Prot. 45 Lettera aperta a Elly Schlein Segretaria PD
Agrigento 26 febbraio 2024
Gent. Dott. ssa Elly Schlein
Segretaria PD
Gentile Dottoressa,
Considerato che sia in campo un’ evidente prepotenza, si è reso necessario scriverLe una lettera il 29 gennaio (spaccaitalia) per ricordarLe i pericolosi quanto bizzarri, stratagemmi in campo.
Con la quale Le è stata chiesta una risposta che è arrivata con la sorprendente intervista, da Lei rilasciata su la Repubblica, della quale La ringrazio anche per la chiarezza e per l’efficacia.
Sono convinto che Lei abbia le «physique du rôle», la credibilità e l’autorevolezza per coordinare un corposo movimento di cittadini interessati a difendere la democrazia.
A tale proposito l’esperienza che ho maturato quale coordinatore per la Sicilia del Patto di Segni (e dello straordinario referendum), mi induce a considerare che anche adesso sia possibile stimolare la sensibilità di una sostanziosa componente di cittadini. Ma occorre agire con fermezza laddove si concentrano le maggiori vulnerabilità giacché sia un dovere per la democrazia e fa parte del dettato costituzionale e, pertanto – dopo la sconfitta del 23 gennaio al Senato – è urgente fermare l’iter prima della definitiva approvazione (si tratta di legge ordinaria in attuazione dell’ art.116, (qui sta il lato subdolo), infatti (ove la legge esistesse) non sarebbe possibile tornare indietro e il referendum potrebbe non essere considerato. Intanto, l’ostruzionismo potrebbe essere un argine contro gli abusi e un’arma di resistenza da tenere nella dovuta considerazione, comunque, indispensabile per bloccare la sciagurata norma, tanto ingiusta quanto eccentrica. Al riguardo è opportuno che si mobilitino le forze democratiche della società e della cultura e si attrezzino per vigilare su eventuali deragliamenti. Ma esige di stabilire un mirato piano, anche di comunicazione (per contrastare la disparità di forze e di risorse in campo) per orientare l’opinione pubblica attraverso la puntuale offerta delle corrette informazioni ai cittadini (a cui non è chiara la portata delle questione) in merito ai rischi in corso. Al riguardo la gravità dell’attuale tempo, che registra una inedita ansia di potere (che fa pendant con l’insofferenza per ogni forma di solidarietà, di critica o di dissenso vedi Pisa), richiede di riannodare i fili dell’ intricata, subdola questione, che ha a che fare con l’ Autonomia differenziata. E, dato che si tratta di un vero vulnus, risulta urgente mettere da parte le posizioni politiche, nella ricerca di un comune denominatore (tra le sensibilità presenti in ambo le parti), per la tutela della Costituzione. È evidente, infatti, che l’ autonomia differenziata e il premierato, rappresentino un pericolo e lo strumentale compromesso per reciproci obiettivi, tra la Lega – tornata a fare esclusivamente propaganda nordista – e Fratelli d’Italia. Un compromesso che pagheranno caro i cittadini e che ricadrà sulle spalle di tutti i siciliani. Ma è davvero insopportabile che tutto ciò accade con il pieno appoggio del governo regionale, che ha votato a favore posto che si occupa solo di garantire gli interessi dello Stato: un doppio schiaffo politico ed economico giacché la Sicilia perderà miliardi in servizi, già scadenti. Ma è al tempo stesso paradossale e inaccettabile che la specialità della Sicilia e cioè autonomia, ottenuta con un compromesso al ribasso e mai applicata, continuerà a deperire e a svuotarsi mentre, di fatto, proliferano basi militari, rigassificatori, raffinerie e povertà. Appunto per tali ragioni, lo stato di salute di questo tempo e l’apprezzamento del costituzionalismo democratico richiedono di non recedere rispetto alle conquiste della democrazia liberale. Bisogna, appunto, vigilare e considerare il rischio che lo spirito del tempo vada in direzione opposta, soprattutto, perché in una società dominata da convenienze personali, spesso disattenta e, talvolta indifferente, anche un’idea anacronistica (venduta con metodo) e fatta passare come buona tramite la storytelling dell’arrembante Calderoli, potrebbe condurre ad un esito nefasto. Bisogna proprio stare attenti alle sirene del populismo di cui è intricata l’intera materia, giacché la norma sull’autonomia differenziata e la proposta di riforma costituzionale del premierato, sono intessute di questo insidioso spirito e nell’attuale quadro etico e politico le riforme costituzionali rappresentano un rischio che deve indurre ad evitare qualsiasi “deroga”. D’altronde non sfugge quali siano i loro interessi (la secessione dei ricchi) e pare abbastanza logico che alcuni studi di scienze politiche suggeriscano che il livello di “rancore” del sud (tradito) nei confronti del nord, possa aumentare, significativamente, con il continuo deterioramento della situazione economica e l’aumento della povertà. A tale proposito basta osservare attentamente la guerra scatenata dalla lega che ha utilizzato la “clava” Calderoli (aiutato dal “coro” della maggioranza) che ripete senza alcun pudore la solita, grottesca, cantilena dell’autonomia come risorsa, con il maldestro tentativo di fare passare, semplicisticamente, come poca cosa o peggio marginali i LEP. Mentre, appositamente, dimentica di dire che non esiste alcuna volontà del governo (neppure le risorse) di superare il criterio della “spesa storica” per definire i diritti sociali e civili. Dimentica di ricordare che la concessione dell’ autonomia è subordinata alla definizione per via legislativa dei LEP per garantire uniformità territoriale e che per la loro determinazione occorrono almeno 100 mld di euro. In definitiva, è stata messa in atto una perfida “operazione di moral suasion” per rendere accettabile un obbrobrio che spaccherà definitivamente il Paese. Qualcuno arriva, perfino, a richiamare come buona “la spesa storica” fin qui applicata che (come emerge da autorevoli studi) ha depredato il Sud di circa 70 mld di euro l’anno per oltre venti anni, dalla riforma del titolo V del 2001. Si tratta di una cifra talmente astronomica (che vari governi, con tipica disinvoltura, hanno dirottato altrove), per cui appare irrealistica l’idea – date le evidenti difficoltà dello Stato – di una qualche restituzione a titolo di risarcimento al Sud ”desertificato” da ricorrenti pratiche. Ma una cosa è chiara ed opinione diffusa, che le condizioni del sud e l’aumento delle disparità rappresentino l’urgenza principale del Paese (altro che autonomia differenziata) e gli investimenti in infrastrutture materiali e immateriali, crescita, lotta alla disoccupazione (vedi al riguardo condizionalità del PNRR di destinate il 70% delle risorse al Mezzogiorno e non il 39%) davvero, una priorità per il governo. Nonostante gli accordi e le stringenti condizionalità sottoscritti con l’UE i vari governi dal 2021 ad oggi non hanno brillato. Non risulta alcuna opera strategica per la Sicilia (tranne un vecchio progetto più volte finanziato la linea ferrata Pa – Ct adesso bloccata da Fitto) nel alcun programma di sviluppo: come per esempio la chiusura dell’anello autostradale Siracusa Mazara del Vallo, il raddoppio e l’elettrificazione della rete ferroviaria, unitamente a tanto altro, per non parlare della sanità e della povertà educativa. A proposito dei tempi per i LEP: 24 mesi per la loro definizione, previsti dalla norma approvata sono un ridicolo pretesto, una foglia di fico, una vera beffa. In realtà l’obiettivo della Lega e della maggioranza, data l’approssimarsi delle elezioni europee e regionali, è di puntare sui tempi lunghi per sbandierare la vittoria a favore dell’elettorato leghista, indebolire la tensione e fiaccare la fibra dell’opposizione. È scandaloso che il tutto avvenga per vile profitto, avidità e senza alcuna considerazione per la dignità di un popolo che, come previsto in Costituzione, passa attraverso il riconoscimento di pari diritti. Se per la Repubblica la dignità è strettamente dipendente dal riconoscimento dei diritti allora occorre domandarsi: che valore hanno i diritti se vengono conculcati dalla legge approvata dai due rami del parlamento?
Proprio in virtù di tale norma e in assenza dei LEP il Sud sarà ulteriormente penalizzato e privato delle dovute risorse a favore del Nord. Di fronte a tutto questo non è possibile astenersi dal ribadire che i diritti sono inalienabili. Che compito della politica non è attribuirli o concederli, ma soltanto di riconoscerli. Pertanto di fronte all’evidente oscurantismo, il Sud non può esimersi dal reagire con gli strumenti offerti dalla democrazia. Per tali ragioni non è possibile desistere, anche, alla luce della progressiva aggressività di Calderoli (un elefante nella cristalliera) e dell’ incresciosa, recente, circostanza che ha registrato la totale disattenzione del governo nei confronti di un presidente di regione e di 700 Sindaci del Sud che hanno cercato di interloquire per esprimere il disagio e l’avversione alla legge Calderoli molto forte al Sud – posto che l’argomento in causa: l’autonomia differenziata ha pericolose ricadute sui comuni – induce a riflettere e ad aprire gli occhi, sulla indisponibilità del governo ad affrontare il tema con i diretti interessati, giacche pretende di sostituire i fondi del PNRR (dovuti ma fortemente trascurati nel Sud) con quelli della Coesione territoriale (dovuti ma prevalentemente distratti) ma continua a glissare sui fondi necessari a finanziare i LEP per lo sviluppo di una migliore economia.
Sarei lieto di discuterne con Lei e se interessata non esiti a chiamarmi 3345365846.
La ringrazio per la sensibilità e, in attesa di una Sua, un caro saluto.
Alessio Lattuca
Movimento per la Sostenibilità, per la difesa del territorio, per contrastare la collocazione del rigassificatore a ridosso della Valle dei Templi